|
Mito Dracula, Romania
Fu in una biblioteca londinese che Bram Stoker fecce la scoperta che avrebbe definito il volto del suo personaggio. In una delle sue ricerche scopri un opuscolo tedesco del 1491 che riportava la cronaca delle aventure di Vlad Tepes, chiamato Dracula. In un altro libro "La Terra oltre la Foresta" Stroker" si trova una descrizione del luogo dal quale proviene, la Valacchia:
"Tra queste montagne hanno trovato rifugio tutti i demoni, le streghe e gli spiriti maligni combatutti nel resto del'Europa con la scienza".
Vlad III secondogenito di Vlad II Dracul e della principessa ungherese Cneajna è diventato rè di una delle parti storiche della Romania: la Valacchia. Nato nel 1431, dominò dal 1456 al 1462, con una crudeltà ossessionata e il suo passatempo preferito era impalare la gente.
Dracula deriva da Dracul, soprannome dato a Vlad II di Valacchia, chiamato a sua volta Draculea (“discendente del Dracul”). Secondo gli studiosi questo soprannome potrebbe avere un duplice significato: in primo luogo potrebbe voler dire Diavolo (Drac in rumeno con l’aggiunta del suffisso ul, che è un articolo determinativo); in secondo luogo potrebbe essere riconducibile all’ “Ordine del Drago”, a cui aderirono entrambi i Draculesti in nome della Cristianità e per difendere la Valacchia dalle incursioni nemiche.
Il principe Vlad dall’essere alleato a Turchi e Ungheresi, fu in seguito costretto ad entrare in conflitto con essi per conservare l’indipendenza del proprio regno. Fu particolarmente cruenta e brutale la sua lotta contro avversari e traditori, ai quali inflisse terribili supplizzi, fra cui predilesse l’impalatura: per questo motivo fu nominato Vlad Tepes (Vlad “l’Impalatore” in rumeno). Si dice che più di 30.000 persone furono vittime delle torture ideate dal sovrano. Fu ad esempio spaventosa la sorte di un certo Zegano, il quale, essendosi rifiutato di impiccare un ladro, venne messo a cuocere ancora vivo in un pentolone per poi essere dato in pasto ai suoi concittadini.
Dracula e il mito dei vampiri - In mostra alla Triennale di Milano from dave9219 on Vimeo.
La sua idea di politica su cui si basava può essere trovata in una lettera scritta ai mercanti dalla città di Brasov: ‘ Quando un uomo o un principe ha il potere ed è rispettato (nel suo Paese), può portare pace ovunque lui voglia ma se non ha potere, un potere più forte lo sovrasterà e farà di lui ciò che ne vorrà.’ Al fine di imporre l’onestà e la giustizia come valori, Vlad usò l’impalazione come punizione. Non impalò solamente i ladri ma anche gli infedeli, i disonesti boieri e non ultimi, i turchi. Questo tipo di punizione gli procurò l’appellativo a Vlad ma non fu per opera dei Rumeni. Il Medioevo era comunque caratterizato da crudeltà e torture. Le vittime cui venivano tagliate le mani e piedi venivano stesi e infilzati ad un palo dal retto. Venivano alzati e lasciati in agonia. Se Vlad avesse applicato tale punizione solo ai turchi, cosi come ai pagani, forse non sarebbe stato cosi inusuale. Torturava i prigioneri nei modi più atroci e neppure la sua morte liberò i rumeni dall’angoscia.
Infatti nel 1931 la sua tomba, situata nella capella solitaria del monastero di Snagov (vicino Bucarest), venne riaperta, ma il cadavre decapitato di Vlad era sparito e al suo posto fu ritrovato lo scheletro di un cavallo.
e cosi inizia la leggenda ...più informazioni
|
|
|